Arabian Horse è il mio primo Guillaume e l’ho acquistato per tre motivi (in ordine di sentimento): per il nome, impazzisco per i cavalli arabi, per la fama di questo profumo, immensa e per il naso che lo ha creato, geniale.
Il mix perfetto per dire:”Sì, lo voglio!” proprio come in un matrimonio: ci si guarda, ci si sceglie, si dice di sì e poi… e poi sapete tutti come va a finire.
Confezione semplice, custodia a scrigno, certificato di autenticità, bottiglia minimal squadrata trasparente, etichetta circolare che riporta solo il brand ed il nome del profumo, tappo ed erogatori perfetti, il colore del jus è proprio quello che mi fa impazzire.
I migliori presupposti ci sono tutti.
Spruzzo su pelle, la mouillette a casa mia non è ancora arrivata proprio come concetto.
Il narciso entra immediatamente dentro di me assieme alla nota alcolica che svanisce in un nanosecondo. E’ una piacevole novità, non ho fragranze al narciso.
L’invasione del narciso è inesorabile ed io mi lascio conquistare godendomi senza vergogna la debolezza che si prova e si mostra al cospetto della bellezza.
Il narciso è in buona compagnia circondato da fiori, tanti fiori, mille fiori che lo seguono, lo inseguono, cercano di stargli dietro in ogni modo e così è per tutto il tempo.
Il re narciso, fiore tra i fiori, primus inter pares, primeggia infondendo calore, amore, sensualità al suo popolo floreale.
Dopo qualche minuto si comincia a far sul serio e le note verdi che erano rimaste a far da spettatori nell’ouverture, si fondono completamente con il narciso che a questo punto rompe gli argini donando tutto se stesso.
Le immancabili latenti note di ambra e legni emergono e giungono a dare il colpo di grazia rendendo eterno il ricordo dell’amor narciso.
Finale lungo, lunghissimo, oserei dire infinito.
Ho tutto il tempo per visualizzare l’immagine di questo profumo, il cavallo arabo di Pierre Guillaume. No, tranquilli, non vi racconterò di stalle immense con cavalli meravigliosi. No, nulla di tutto questo.
Questa fragranza è il profumo dell’amore perduto, l’amore che ti ha portato in cima all’Everest e che ora non hai più, che non c’è più. L’amore spensierato di una gita in campagna, l’amore che guardavi steso accanto a te sul prato tenendo un fuscello in bocca facendo il simpatico, l’amore che rideva con te, di te, per te, l’amore perso con gli occhi negli occhi, l’amore donato, l’amore ricevuto, l’amore goduto, l’amore che cerchi di dimenticare, l’amore che hai chiuso in una scatola e che di tanto in tanto vai a riaprire.
L’amore respirato, l’amore ascoltato…
Baustelle feat. Valeria Golino “Piangi Roma”
Mi manchi tu, la fantasia
Il cinema, l'estate indiana
Mi servi tu, un brivido
Il ghiaccio nel Campari Soda
Fumo un'altra sigaretta
Perché è facile buttarsi via
Respiro e scrivo
Tutto quello che mi manca
È un'assurda specie di preghiera
Che sembra quasi amore
Piangi Roma, muori amore
Splendi sole da far male
Ho già fatto le valigie
Ma rimango ad aspettare
Ridi Roma, ridi amore
Dice il telegiornale
Che la fine si avvicina
Io m'invento un gran finale
Mi manchi tu, la libertà
Tanti LP, Battisti e Mina
Mi servi tu, la malattia
Che spazza via la razza umana
Chiudo con le sigarette
Un ragazzo in strada scappa via
E metto in lista
Tutto quello che mi manca
E mi sembra quasi una preghiera
Oppure folle amore
Piangi Roma, muori amore
Tutto il bene che so dare
Come il sasso e la fontana
Si consuma, si consuma
Ridi Roma, godi amore
Nonostante il temporale
Metto i panni ad asciugare
Piangi Roma, ti fa bene
Comments